Non chiamatelo presidente bambino. In questi primi due anni di mandato, Federico Romeo ha ampiamente dimostrato di essere all’altezza del suo ruolo alla guida del Municipio V Valpolcevera. Ventisette anni, la laurea in Giurisprudenza vicinissima, nello scorso ciclo amministrativo capogruppo municipale del Pd. Romeo oggi è il presidente più giovane mai eletto a questa carica. Una caratteristica di cui va fiero, senza che l’anagrafe diventi un limite però.

Da subito ho cercato di lavorare con una logica di squadra – dichiara – e soprattutto di ricostruire un rapporto di fiducia con i cittadini: il presidente è uno di noi, non deve essere la gente che viene a cercarmi, ma io che vado a cercare lei. È vero, sono molto giovane, in tanti mi danno del ragazzino, credo però di essere riuscito a dimostrare, soprattutto affrontando il dramma del ponte, che la giovane età non è per forza sinonimo di inesperienza”.

Si commuove con sincerità Federico Romeo quando ricorda la terribile giornata del 14 agosto 2018, vissuta sulla propria pelle accanto alle vittime e agli sfollati per il crollo del Morandi.

“Quella mattina grigia e bagnata da una pioggia incessante, appena avvisato di quanto era accaduto – racconta con la voce rotta dall’emozione –, mi sono precipitato sull’argine del Polcevera. Non dimenticherò mai quello che ho visto e sentito, le persone intrappolate dalle carcasse delle auto e sepolte dalle macerie che gridavano aiuto. Ho cercato per quanto possibile di portare il mio contributo alle famiglie e ai soccorritori. Nel tardo pomeriggio ero nella zona rossa accanto agli sfollati. Lì un incontro che mi porterò dentro per tutta la vita: una bambina che doveva lasciare la sua casa e che chiedeva alla madre “Mamma moriremo anche noi?”. Ecco, in quel momento ho iniziato a trasformare il profondo dolore in forza e mi sono sentito di rassicurare la bimba rispondendole: ce la faremo. Perché è nelle tragedie che ci si misura, prima di tutto come uomini, tirando fuori il meglio di noi”.

Da quel giorno per Federico Romeo non c’è stato un attimo di sosta per un lavoro incessante accanto ai suoi concittadini che stanno vivendo enormi disagi e hanno diritto di essere ascoltati.

“Ero con loro anche il giorno dell’implosione delle pile 10 e 11 – dichiara il presidente – , in via Fillak insieme a chi temporaneamente ha dovuto lasciare la propria abitazione. Ho scelto di non andare alla cerimonia ufficiale e di stare con la gente, perché sinceramente non condivido questa spettacolarizzazione del dolore. Per me anche venerdì 28 giugno avrebbe dovuto esserci solo silenzio, per rispetto delle 43 vittime e degli sfollati. Adesso che quello che rimaneva del Morandi è stato abbattuto, comincia la parte più difficile. Noi della Valpolcevera vogliamo dal sindaco-commissario Bucci risposte certe sul piano di smaltimento dei detriti, sulla viabilità per liberare il territorio dall’isolamento e sul lavaggio delle strade”.

La tragedia del Morandi inevitabilmente porterà con sé una trasformazione urbana del territorio, per il quale in questi giorni sono state annunciate da Comune e Regione importanti novità, come l’abbattimento della Diga di Begato e la realizzazione della Casa della Salute.

“La proposta della Casa della Salute nell’edificio ex Trucco è partita dal sottoscritto e dal Municipio – precisa Romeo – ed è stata subito condivisa dalle forze di centrosinistra, dai Comuni dell’entroterra, dai sindacati e dal distretto socio-sanitario. Dopo un lungo silenzio tombale da parte della Regione su questa pratica, finalmente le cose sembrano essersi sbloccate. Ringrazio Carlo Bottaro, direttore generale Asl 3, per il supporto all’idea dimostrato in questi mesi. Naturalmente continuiamo a chiedere all’assessore Viale maggiori dettagli sul piano finanziario e ribadiamo che la struttura dovrà essere inserita dentro un piano di implementazione e non di accorpamento del servizio per un territorio che, con la Valpolcevera e la Valle Scrivia, ha un bacino di utenza notevole. La medesima chiarezza sul piano delle risorse è necessaria nel caso della demolizione al quartiere Diamante, dove anche il Municipio, insieme ad Arte e ai servizi sociali, sta lavorando nel percorso di ricollocazione dei residenti”.

In un bilancio dei primi due anni di mandato che per il presidente polceverasco è buono, con un lungo elenco di lavori di manutenzione urbana e del verde conclusi e il programma di trovare un futuro per le numerose aree dismesse del territorio, una nota stonata è sicuramente lo scarso coinvolgimento nei processi decisionali da parte del Comune.

“Con la Civica amministrazione mantengo un corretto rapporto istituzionale – spiega – , ma sono molte le scelte che non ne condivido. Sinceramente mi aspetterei molto più rispetto nei confronti dei Municipi, nell’interesse di Genova e dei cittadini. E invece il Comune, oltre a dimostrarsi poco attento ai processi partecipativi, ci decurta le risorse: quest’anno avremo 280 mila Euro in meno. Un taglio pesantissimo, che ci limiterà nella manutenzione delle scuole e dei giardini”.

Per il giovane Romeo che frequenta il partito dall’età di quindici anni, è chiara anche la direzione che deve intraprendere il Pd.

“Dobbiamo rimettere in chiaro ed elaborare una nuova proposta di visione sociale, culturale e politica, aprendo un dibattito cittadino su dove deve andare Genova, in un quadro complessivo che coinvolga l’intero Nord Ovest e tutti quei mondi con cui si sono indeboliti i rapporti negli ultimi tempi – conclude – . La politica la fanno gli uomini, se noi rappresentiamo una cultura progressista di centrosinistra, dobbiamo ritornare a rappresentare un punto di riferimento. Insomma, occorre mettere in atto la filosofia del “fianco a fianco”: la gente deve conoscerti e riconoscerti per strada, altrimenti hai fallito. Dobbiamo recuperare le nostre radici, la dottrina sociale dei cattolici e i tanti esempi di cultura sociale e politica che vengono dai protagonisti della sinistra nel dopoguerra. In questi due percorsi sono molti i profili valoriali comuni, partiamo allora da quello che ci unisce”.